Agronomo: differenze tra le versioni
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{{f|agricoltura|agosto 2013
[[File:Strampelli e la moglie.jpg|thumb|L'agronomo [[Nazareno Strampelli]], con sua moglie e assistente, lavora a un'ibridazione]]
L{{'
In particolare, l'agronomo applica le proprie competenze tecniche per guidare gli interventi
== Etimologia e filologia ==
La parola agrònomo deriva
Il termine fu coniato nel [[XVIII secolo|Settecento]] per indicare un esperto di scienze agrarie. Per esempio il ''Vocabolario agronomico italiano'' di Giambattista Gagliardo
Oggi però viene usato in genere in modo più restrittivo
== Origini storiche ==
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Per diversi secoli non si hanno testimonianze sui progressi del sapere agronomico fino all'alba del Trecento, quando il bolognese Pietro de' Crescenzi compila il "Liber commodorum ruralium"; quest'opera è costruita con gli strumenti concettuali di una scienza che colloca le fondamenta sul sapere Aristotelico.
Il Liber è l'espressione peculiare della cultura europea del Medioevo, frutto del lavoro di un dotto che pur scrivendo il latino nella vita quotidiana parla in volgare; da alcuni studiosi viene considerata la pietra miliare della letteratura agronomica italiana.
Una svolta profonda si ebbe nell'Italia del Cinquecento con la grande fioritura di testi agronomici basati essenzialmente sul recupero della tradizione latina; non mancarono proposte originali ed innovative o quanto meno anticipatrici. Gli agronomi bresciani Camillo Tarello e [[Agostino Gallo (agronomo)|Agostino Gallo]] ne sono gli esempi più illustri studiando il migliore inserimento di piante leguminose e foraggiere in cicli di rotazione poliennale, con lo scopo di accrescere la produzione cerealicola e di rafforzare l'allevamento.
Ma gran parte di queste pubblicazioni a carattere agronomico, nonostante la grande diffusione per l'epoca, furono destinate a restare pur sempre oggetto di scambio culturale per nobili e cittadini; molto più difficile era introdurre cambiamenti effettivi nelle pratiche e negli strumenti tra le masse contadine.
Sarà necessario attendere ancora due secoli prima che le tecniche agronomiche praticate sul territorio peninsulare subiscano l'impulso necessario a spingere l'agricoltura verso la modernizzazione.
La prima tappa fondamentale del percorso verso la specializzazione dell'agronomo moderno, risale all'età napoleonica, quando la definizione tecnica del termine “agronomia” subentrò alla ”arte georgica”, grecismo coniato a Firenze alla fine del Settecento; ma saranno i primi anni dell'Ottocento ad intravedere il delinearsi, seppure in modo soffuso, della figura dell'agronomo disgiunta da quella dell'agricoltore, intesa come attività lavorativa di uomini che, avendo seguito uno specifico percorso formativo, erano in grado di teorizzare fenomeni naturali cogliendone l'intrinseca sostanza.
[[File:Ridolfi 3.png|thumb|[[Cosimo Ridolfi]], fondatore della scuola di agronomia di [[Castelfiorentino]], la prima in Italia]]
Per tutto il secolo XIX, nonostante l'affermarsi del significato autonomo e svincolato parzialmente sia dalla proprietà terriera sia dal mondo produttivo in senso stretto, notevoli furono le difficoltà per circoscrivere il campo specifico della disciplina che presentava limiti molto labili.
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Per tutto il periodo fascista, agronomi e periti agrari erano iscritti, seppure in sezioni diverse, in un unico albo.
Le vicende belliche della [[seconda guerra mondiale]] e la conseguente ricostruzione, poco spazio hanno riservato alle rivendicazioni di tipo professionale; solo nel [[1976]] con la legge nº 3 e il relativo regolamento d'attuazione approvato nel 1981 si è finalmente raccolto e tentato di armonizzare tutte le disposizioni preesistenti, gettando le basi per l'affermazione del ruolo autonomo del dottore agronomo e del dottore forestale rispetto ad altre professioni tecniche.
Ancor di più la legge n. 152 del 10 febbraio 1992 provvedeva a chiarire definitivamente le competenza professionali dell'agronomo, stabilendo, all'art. 2 che “sono di competenza dei dottori agronomi e dei dottori forestali le attività volte a valorizzare e gestire processi produttivi agricoli, zootecnici e forestali, a tutelare l'ambiente e, in generale, le attività riguardanti il mondo rurale” ed entrando nel merito più specifico elencando una serie di attribuzioni e competenze che per quanto riguarda la parte ingegneristica sono comuni anche ad architetti e ingegneri.
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* Laurea magistrale (che si persegue dopo il secondo biennio).
Per tanto,
L'iscrizione all'albo professionale dell'Ordine dei Dottori
* Sezione A (laurea magistrale) – dottori agronomi e forestali.
L'agronomo per esercitare la professione deve essere iscritto all'albo dei dottori agronomi e forestali a cui possono accedere storicamente e naturalmente i laureati in scienze agrarie
* Sezione B (diploma di laurea) - agronomi e forestali juniores.
* Sezione B (diploma di laurea) - [[zoonomo|zoonomi]].
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=== Competenze professionali ===
Sono di competenza dei dottori agronomi e dei dottori forestali le attività volte a valorizzare e gestire i processi produttivi agricoli, zootecnici e forestali, a tutelare l'ambiente e, in generale, le attività riguardanti il mondo rurale. In particolare, sono di competenza dei dottori agronomi e dei dottori forestali:
# la direzione, l'amministrazione, la gestione, la contabilità, la cura e la consulenza, singola o di gruppo, di imprese agrarie, zootecniche e forestali e delle industrie per l'utilizzazione, la trasformazione e la commercializzazione dei relativi prodotti;
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=== Attività professionale ===
L'ordinamento professionale del dottore agronomo costituisce una solida base per la comprensione del suo campo di attività.
L'ampiezza delle competenze, individuate puntualmente dalla legge n.3/76 e definite magistralmente dalla legge n. 152/92, evidenziano come già da tempo questa figura professionale non possa più essere intesa solamente come “il laureato per l'impresa agricola”.
Oltre all'importante funzione di consulente per la conduzione tecnica, economica e produttiva dell'azienda agricola, l'agronomo ha specifiche competenze professionali anche in tutto ciò che riguarda il territorio rurale e le funzioni ad esso collegate.
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La pianificazione territoriale, per l'armonizzazione dell'ambiente rurale con l'insediamento edificato, residenziale o produttivo diffuso.
L'arredo urbano, nell'ambito della realizzazione di spazi verdi nelle grandi aree metropolitane; la sempre crescente richiesta di interventi manutentivi sul verde esistente, molte volte anche con valore storico.
Altro settore dove l’agronomo può operare è quello urbano, sia dal punto di vista edilizio che ambientale.
Alcune figure professionali derivate dall'agronomo sono l'[[enologo]] e lo [[zoonomo]].
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==Bibliografia==
*{{cita testo|url=http://www.conaf.it/sites/default/files/COMPENDIO%20DELLA%20PROFESSIONE%20DI%20DA%20e%20DF.pdf|titolo=Compendio della professione di dottore agronomo e dottore forestale|data=febbraio 2018|curatore=Giancarlo Quaglia, Eleonora Pietretti|editore=Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali|accesso=20 ottobre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181021024521/http://www.conaf.it/sites/default/files/COMPENDIO%20DELLA%20PROFESSIONE%20DI%20DA%20e%20DF.pdf|dataarchivio=21 ottobre 2018|urlmorto=sì}}
==Voci correlate==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|http://www.agronomi.it|Ordine Nazionale Dottori Agronomi e Dottori Forestali}}
* [http://ec.europa.eu/internal_market/qualifications/regprof/index.cfm?fuseaction=regProf.show&RPId=1204 Professione regolamentata] dalla [[Comunità Europea]].
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