Giovanni Antonio Campano

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Biografia

Fu un protégé del cardinale Bessarione, fece parte della corte di papa Pio II, di cui scrisse l'orazione funebre,[1] e in seguito una biografia, lusinghiera ma piena anche di ricordi personali, scritta verso il 1470-77. Campanus fu famoso per le sue orazioni, poemi e lettere in latino. Fu membro dell'accademia di Bessarione, e partecipò anche al circolo romano di Pomponio Leto. Dopo la morte del papa nel 1464, Campani insegnò alla Accademia fiorentina. Campani era noto per la sua produzione poetica latina. L'epigramma in quattro linee su di una ninfa dormiente Huius nympha loci..., fu creduto essere di origine romana[2] fino a che fu identificato come un prodotto dell'umanesimo rinascimentale da Theodore Mommsen, che lo identificò come opera di Campani da una nota in un manoscritto nella Biblioteca Riccardiana di Firenze.[3] Scrisse in latino una vita del condottiero Braccio da Montone[4].

Giovanni Battista Campani era nato a Cavelli, vicino a Galluccio, nell'attuale provincia di Caserta, da una famiglia di condizioni particolarmente modeste, durante la guerra tra Angioini e Aragonesi per il possesso del regno di Napoli. Lavorò per sei anni come tutore del figlio del nobile Carlo Pandoni. Nel 1452 si recò a Perugia, sotto la tutela dei Baglioni,[5] e alla sua conoscenza del latino aggiunse quella del greco che imparò sotto la guida di Demetrius Chalcondyles[6]. Avendo fatto parte dell'ambasciata di lealtà inviata dai perugini a papa Callisto III nel 1455, al suo ritorno fu chiamato alla cattedra di retorica all'Università di Perugia, il 16 novembre 1455.[7]

All'elevazione di Enea Silvio Piccolomini al soglio papale come Pio II nell'agosto del 1458, Campani fece nuovamente parte della delegazione di Perugia. Il cardinale Giacomo Ammannati lo presentò a Pio II, un apprezzato umanista, che lo nominò vescovo di Crotone in Calabria, il 20 ottobre 1462, il primo di una serie di incarichi vescovili che portarono Campani a essere vescovo di Teramo (23 maggio 1463). A Roma Campani divenne segretario del cardinale Alessandro Oliva. Dopo la morte di Oliva nel 1463, Campani entrò nella familia del nipote del papa, Francesco Todeschini Piccolomini (che in seguito fu per breve tempo papa come Pio III), che accompagnò in Germania nel 1471[6]. Dopo la morte di Pio II, i rapporti con Paolo II deteriorarono ma evitò la persecuzione degli umanisti del 1468. Il 7 marzo del 1469, durante la ricorrenza di san Tommaso, Campani scrisse l'encomio annuale in onore del "doctor angelicus" per lo studium generale di Santa Maria sopra Minerva, la futura Pontificia università "San Tommaso d'Aquino", Angelicum.[8]

Sotto Sisto IV fu nominato governatore di Todi (1472) e Città di Castello (1474), ma il paragone che fece delle attività militari papali con quelle dei Turchi in un'aspra lettera rivolta a papa Sisto IV, lo mise in disgrazia definitivamente.[7] Morì a Siena e fu sepolto nel Duomo.

Una Opera Campani Omnia curata da Michele Ferno, pubblicata a Roma, contiene un a biografia introduttiva[9]. Una seconda edizione fu pubblicata a Venezia nel 1495.

Note

  1. Vincenza Petrucci, "L'Orazione funebre per Pio II composta da Giovanni Antonio Campano"
  2. Fu pubblicato nel Corpus Inscriptionum Latinarum VI.5.3e.
  3. Elisabeth B. MacDougall, "The Sleeping Nymph: Origins of a Humanist Fountain Type" The Art Bulletin 57.3 (settembre 1975:357-365) p. 357f.
  4. Tradotto in italiano, Venezia, 1572.
  5. La sua De ingratitudine fugienda fu deducata a Pandolfo Baglioni (in Opera).
  6. a b Deutscher 2003.
  7. a b Vorlage:Cita libro
  8. http://www.academia.edu/7428931/I_panegirici_in_onore_di_s._Tommaso_d_Aquino_alla_Minerva_nel_XV_secolo_Memorie_Domenicane_N.S._30_1999_pp._19-146_recensito_su_Medioevo_latino_XXII_2001_n._4538_ Visitato il 31 dic. 2014
  9. Alan Coates, A Catalogue of Books Printed in the Fifteenth Century Now in the Bodleian .. (Oxford, 2005) cat. no. C-036, Opera)

Bibliografia

Altri progetti

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